L’esame da Degustatore AIS: le nuove modalità

Pubblico questo interessante commento di Stefano, che ha appena sostenuto l’esame da Degustatore AIS, sperando che possa essere utile per coloro che devono sostenere la nuova tipologia di esame.

(Qui tutti gli appunti sulla didattica AIS)

“Ciao Marco, volevo darti un ulteriore riscontro sulle nuove modalita’ dell’esame (che ho sostenuto nel fine settimana, e ho pure passato :- ), sperando di fornire qualche nota utile a chi vorra’ provare a superalo nel futuro.
Intanto una nota e’ sulla velocita’ nelle risposte, per cui entro un paio di giorni sai l’esito. il seminario e’ molto interessante, anche se credo non se ne goda a pieno, essendo i candidati chiamati a sostenere l’esame nelle stesse giornate.
Il programma e’ in continua evoluzione e miglioramento. Nella sessione a cui ho partecipato, c’erano 15 vini in degustazione e 6 oggetto di esame. I primi due dovevano essere degustati individualmente e la descrizione tecnica e relativo puntuggio dovevano essere fatti su un foglio di carta bianco. Successivamente si faceva la degustazione di un terzo vino e la ‘descrizione giornalistica”, cioe’ una mezza pagina che illustrasse questo vino, magari arricchita da un possibile abbinamento, il punteggio, la temperatura di servizio ecc.
La parte finale prevedeva la degustazione di tre vini di fronte a un commisario e un segretario che ascolatavano la presentazione dei vini. Qui e’ importante essere, tranquilli, composti e fluidi nell’esposizione. Esercitatevi a casa!
Oltre la degustazione dei vini, c’e’ la parte teorica, molto ridotta rispetto al passato, ma di un livello di complessita’ piuttosto alto. praticamente il libro sulla Degustazione lo dovete conoscere a memoria e il mondo del sommelier (fino ai vini passiti) molto bene. Domande aperte, scelta multipla e vero/falso.
In bocca al lupo …..”

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21 risposte a “L’esame da Degustatore AIS: le nuove modalità”

  1. Ciao Alessio,
    quando ho fatto l’esame io il trascorrere dell’anno era un requisito necessario (anche se ho l’impressione che in qualche caso sia stato chiuso un occhio, ma forse sbaglio).
    Non so se sia ancora così.

  2. Ciao, Marco.
    Sono un collega sommelier Ais dal 2010.

    Starei per accingermi a provare il prossimo esame da degustatore, ovunque sia. Sapendo che alcune modalità sono cambiate e non avendo alcun parametro storico su cui basarmi, l’averti letto è stata una mezza benedizione.
    Vorrei chiederti più di una cosa, augurandomi di cuore di non arrecarti disturbo. Rispondi solo se puoi.
    1) Ti ricordi tutte o parte delle 6 domande aperte (sono il mio spauracchio, le temo!)?
    2) Qualcuna delle multiple o vero/falso?
    3) La descrizione in stile giornalistico è solo scritta o anche orale?
    4) Nell’ultima parte dell’esame devi valutare “oralmente” e con terminologia Ais tre vini o solo uno dei tre che ti verrà proposto?
    5) Che affluenza c’è stata al tuo polididattico e quanti promossi/respinti?

    Ti chiedo scusa se sono tante domande, ma avendo l’esame alle porte, soffrendo d’ansia e non avendo avuto finora nessuna informazione da nessuno, tu per me sei come una luce in fondo ad un tunnel.

    Grazie di cuore se vorrai rispondermi.

    1. Ciao Marcello,
      intanto fatti passare l’ansia, che è nemica della prestazione e poi davvero non è il caso, visto che non ti giochi mica la vita o il lavoro.

      Per il resto mi spiace, ma sono ormai oltre due anni da quando ho fatto l’esame e non ricordo più granché. Tutto quello che potevo sapere lo ho inserito a suo tempo nel post appropriato qui sul sito (http://www.centobicchieri.com/lesame-da-degustatore-ais-domande-veloci/).
      Ma soprattutto, essendo cambiato del tutto l’esame, direi che devi fare soprattutto riferimento a questo ultimo post che hai commentato.

      Il mio consiglio è di parlare con il tuo delegato che sicuramente avrà qualche informazione supplementare.

      Tieni anche conto che mi pare di capire che l’esame sia ancora parzialmente “sperimentale”, quindi credo siano abbastanza tolleranti.

      1. Va bene, Marco. Come prevedevo sei stato disponibile. Ho già scaricato e anche stampato tutto quello che tu hai riassunto felicemente e lo tengo come vademecum durante lo studio dai libri.
        Mi auguro solo di far passare la tensione che già è presente adesso.
        Grazie mille ancora.

        1. Marcello,
          aggiungo solo un paio di cose. Ricordo distintamente varie domande (una sicuramente aperta) sulla qualità in vigna.
          Riguardo l’ultima domanda: la mia sessione è stata una mezza ecatombe: eravamo più o meno in quaranta, siamo stati promossi mi pare in diciassette…

  3. Come da tempo mi ripromettevo di fare, aggiungo qualche informazione. Lo faccio ad esame superato e mi accodo a questo post, unica risorsa trovata su internet che offre qualche spunto.
    Sul sito di AIS c’è una traccia di come si svolgono le due giornate. I vini in degustazione sono 21 nell’arco dei due giorni. Di questi, sei sono oggetto d’esame. Tutte le degustazioni sono alla cieca, comprese quelle d’esame, con la sola eccezione della degustazione con descrizione discorsiva, nella quale il vino è versato ed è proiettata l’etichetta della bottiglia.
    Di questa descrizione “giornalistica” occorre non solo fare una descrizione discorsiva del vino (secondo lo stile di una guida, per intenderci), ma anche aggiungere dettagli circa l’azienda, il territorio, i personaggi chiave dell’azienda, filosofia di produzione, epoca migliore per il consumo, bicchiere adatto e temperatura per valorizzare il vino al massimo, punteggio ipotizzato e una proposta di abbinamento.
    Naturalmente per essere in grado di scrivere tutto questo occorre conoscere le realtà produttive. Non di tutto lo stivale ma, com’è stato detto al seminario, quelle regionali più rappresentative. Un buon punto di partenza sono le guide, sulle quali vedere quali sono le aziende premiate, e quali sono le zone più rilevanti della regione.
    Avendo sostenuto l’esame a Milano, per la Lombardia si parla di Franciacorta, Oltrepò Pavese e Valtellina, qualcosa del Garda Bresciano e qualche piccola eccellenza delocalizzata.
    Gli altri vini sono tutti alla cieca.
    Due scritti: un bianco e un rosso (su foglio bianco + scheda punti) alla fine del primo giorno.
    Tre orali: di fronte a due commissari il secondo giorno.
    Nel mio caso i tre orali erano un bianco, un rosso, un passito. Ho inteso che le bollicine non fanno generalmente parte dei vini da esame, per l’eccessiva aleatorietà nella valutazione del perlage, che troppo facilmente cambia da bicchiere a bicchiere.
    Durante la degustazione orale si è valutati anche su esposizione, sicurezza, classe, stile, proprietà di linguaggio e predisposizione all’insegnamento. Se da una parte non so esattamente quali siano i canoni di valutazione per ciascuna dimensione, dall’altra una cosa è fondamentale: essere sciolti, spigliati, sicuri di sé, vestiti bene (l’esame si fa in divisa di rappresentanza), curati.
    Fare una buona impressione in questo senso può garantire fino a un massimo di 20 punti.
    Le degustazioni valgono 10 punti ciascuna, massimo 60 punti per le sei degustazioni.
    Ci sono poi sei domande aperte (2 punti ciascuna, massimo 12 punti), venti domande a risposta multipla (per un massimo di 4 punti) e venti domande Vero/Falso (per un massimo di altri 4 punti). Non ricordo le domande.
    Riassumendo:
    Degustazioni: massimo 60 pt
    Domande: massimo 20 pt
    Impressione, esposizione: massimo 20 pt
    Minimo punteggio per superare l’esame: 60pt

    Leggere fra le righe: occorre innanzitutto saper degustare!
    Poi, a pari merito occorre sapere la teoria e presentarsi bene.
    Degustare bene significa precisione, coerenza e scioltezza. La scheda va conosciuta a menadito, nei termini e nelle definizioni, bisogna saper spiegare quale sia la differenza fra (ad esempio) abbastanza fresco e fresco. Bisogna saper definire la sensazione (per dirne una) di freschezza. Conoscere tutti gli elementi della scheda punti e i relativi coefficienti correttivi. Essere pronti a giustificare il punteggio dato, spiegando cosa si è premiato. Conoscere le definizioni e qualche esempio per tutte le famiglie di descrittori olfattivi. Il libro La Degustazione va conosciuto a menadito. Va conosciuto bene anche il Mondo del Sommelier, specie per tutti quegli elementi di viticoltura ed enologia che impattano sulla qualità del vino.
    Il percorso didattico dei due giorni è molto interessante, ma, come ha già fatto notare qualcuno, non se ne gode appieno per la pressione psicologica dell’esame.
    Il consiglio è di fare tantissima pratica con le degustazioni, in gruppo. Possibilmente “agganciare” qualcuno già accreditato che possa dire la sua e darci una mano nel percorso.
    AIS ha recentemente messo sul sito “educational” a disposizione per pochi euro l’accesso ad un sistema di quiz per le domande; lo ho trovato uno strumento utile per capire dove ero debole e per prendere dimestichezza con le domande.
    Il risultato arriva molto rapidamente: esame finito Sabato, risultato arrivato Martedì mattina. Non viene specificato il punteggio raggiunto, ma solo l’esito positivo o negativo.
    L’esame è difficile ma fattibile. Bisogna arrivare preparati, occorre studiare (tanto), essere in grado di non andare in palla di fronte ad un commissario, impappinarsi non è una possibilità. Sommelier è una cosa, degustatore è un’asticella più alta da saltare. Per fare un paragone per l’esame da Sommelier bisogna sapere tante cose ma a livello molto meno approfondito. Qui bisogna sapere meno cose ma a un livello molto più approfondito. Valutate voi se ne vale la pena!

    1. Ciao MM, grazie per l’interessante resoconto.
      Il nuovo esame sembra interessante, più del vecchio che ho sostenuto io: nel mio caso c’era tantissima roba mnemonica (troppa, e con troppa enfasi sulla velocità dello scritto) e poca pratica.

      Complimenti per l’esame!

  4. Ciao! Sono Jacopo e sto per affrontare anch’io questo esame. Una cosa proprio che non capisco…ma stile giornalistico cosa vuol dire??? OK terminologia AIS davanti ai commissari, OK terminologia doviziosa di particolari con un cliente al ristorante, ma giornalistica? Non so come tararmi e chiedo un tuo consiglio.
    Molte grazie!

    1. Ciao Jacopo,
      immagino si riferisca ad uno stile più narrativo, come se dovessi scrivere un breve articolo descrittivo su una rivista destinata ad un pubblico generalista.
      Ma questa è la mia sensazione, il mio esame non prevedeva questo esercizio, quindi ti consiglio di chiedere al tuo delegato che sicuramente può saperlo o perlomeno informarsi con qualche commissario d’esame

    2. Ciao,
      lo stile giornalistico è quello che vedi sulla guida vitae per intenderci.
      descrizione discorsiva del vino, include cenni sulla azienda, territorio, personaggi chiave della azienda, descrizione del vino con stile guida vitae. Se sai/ricordi procedure di lavorazione (es: 18 mesi in tonneau oppure solo acciaio, per dirne due a caso), vitigno, indicazione del punteggio, bicchiere e temperatura alla quale il vino va servito, piatto in abbinamento.

      scritto su foglio bianco, con bicchiere in mano ed etichetta del vino proiettata.

  5. Salve a tutti e grazie per i contributi dati fino ad ora che aiutano tutti coloro che vogliono accingersi a fare l’esame ad avere notizie sempre più approfondite. Io chiedo aiuto per capire una cosa importante. Nella nuova versione sembra che ci siano 21 vini fra quelli degustati durante il seminario e quelli invece utilizzati per l’esame. La mia domanda è: tutti e 21 i vini sono regionali e quindi nel caso dell’esame fatto in Toscana si parlerà solo di vini toscani provenienti da diverse zone oppure la regionalità riguarda solo la scheda giornalistica e quindi la doverosa descrizione di cantine di eccellenza di quella regione? Grazie in anticipo a chi vorrà chiarire questi miei dubbi

  6. Ciao Rosaria,
    no, la regionalità è solo per la descrizione giornalistica. Nel mio caso (Milano 2016) fra i vini degustati (non prova d’esame) c’era anche uno Sherry PX (si parlava di consistenza)! Fra quelli d’esame, pur non ricordandoli tutti, sono sicuro non ci sia stata regionalità forzata. Un Passito all’orale era se ricordo bene del centro italia.
    In bocca al lupo!

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