Dinavolo 2006: estremismo al potere

“Orange wine” è la definizione appioppata a quei vini prodotti da uve a bacca bianca che, a causa della lunga macerazione sulle bucce (di fatto, una vinificazione in rosso), hanno ottenuto caratteristiche particolari come ad esempio colore aranciato, corpo rilevante, una certa carica tannica e un corredo aromatico ben particolare.
Tale pratica, cui indulgono solitamente i produttori della cosiddetta stirpe “naturale” (minori interventi possibili sia in vigna che in cantina), non è in realtà nulla di nuovo, anzi semmai il recupero di una lunga e antica tradizione contadina, integrata con le moderne attenzioni e conoscenze.

DinavoloUno dei campioni della categoria dei pesi massimi di questa strana federazione è il Dinavolo della azienda Denavolo (sul serio, non ho sbagliato a scrivere); siamo in provincia di Piacenza, le vigne si trovano ad altezza di circa 500 metri, sono condotte biologicamente, di varietà bianche tipiche della zona come malvasia, ortrugo, trebbiano eccetera.
In cantina, ovviamente lieviti autoctoni, lunghe macerazioni, nessuna aggiunta di solforosa, no al controllo della temperatura, addirittura nessun travaso e filtrazione

Quindi come è questo Dinavolo, quando ha alle spalle ben sei anni di invecchiamento?
Il colore è pazzesco, ambra brillante come se fosse un Sauternes, e il naso è intenso di frutta disidratata e fichi secchi, poi terziari di smalto per unghie e persino un filo di formaggio. C’è una leggera acidità volatile, che è poi una caratteristica di questi vini e, quando ben controllata come in questo caso, contribuisce a renderli vivi e dinamici.

In bocca entra dolce sulla punta della lingua, poi arrivano enormi l’acidità e la sapidità, è freschissimo e sicuramente tannico. Caldo. salmastro, lungo.
Date le altre caratteristiche ti aspetteresti un corpo più potente, invece è ben presente, ma certo non un mattone.

Abbinamento difficile: direi formaggi di media stagionatura o carni speziate, oppure in solitaria, dopo il pasto. Rigorosamente a temperatura ambiente o poco più fresco: il freddo estremizza il tannino e lo rovina inesorabilmente.

Alla fine non si può certo definire fine, composto o addirittura bere da tutti i giorni; semmai un vino affascinante, scorbutico, unico, imperfetto e complesso. Da provare, se si ha il palato avventuroso.
Sui 25/30 euro in enoteca.

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