Non è passato molto tempo da che ho tracannato il meraviglioso Grillo di De Bartoli, ed ecco che mi capita a portata di cavatappi una bottiglia con cui posso approfondire la mia conoscenza del vitigno.
L’etichetta stavolta porta il nome di Barraco, piccola azienda vicino a Marsala che produce circa 15000 bottiglie l’anno, tutte ottenute dalla vinificazione di uve autoctone: Grillo appunto, poi Zibibbo, Pignatello e Nero d’Avola.
Il sito è molto chiaro sulle modalità di produzione: per i bianchi ci sono quattro giorni di macerazione sulle bucce, poi fermentazione con lieviti non selezionati a temperatura non controllata. Malolattica spontanea, minima solfitazione, affinamento in acciaio e imbottigliamento senza filtrazione e chiarifica.
Denominazione: Terre Siciliane IGT
Vino: Grillo
Azienda: Barraco
Anno: 2013
Prezzo: 13 euro
Nel bicchiere trovo un bell’oro luminoso e pulito: non sembra affatto un vino non filtrato.
Al naso arriva un bel respiro di aromi primari (uve, frutta fresca), con alcuni accenni di agrume e un graffio iodato.
L’assaggio è pieno, robusto, caldo ma maschera bene i suoi 13,5 con buona acidità e perfetta sapidità; tutto bene, a parte una lievissima scia amara nel finale che sporca appena un sorso di ottima compattezza.
Sicuramente da servire a temperatura non troppo fredda e da abbinare a cibi non troppo “light”: nel mio caso ha lavorato egregiamente con verdure fritte.
Inevitabile il confronto con de Bartoli: questo Grillo è meno esuberante, più composto, forse più classico. Sono due vini che parlano la stessa lingua ma con accento diverso: personalmente preferisco “I Grappoli” di De Bartoli, ma è solo una questione di gusti personali, ed è anche vero che la bottiglia ha un prezzo diverso.
Il bello: sapidità e calore per un sorso mediterraneo
Il meno bello: nulla da segnalare