Cheap Thrills n.3: Greco di Tufo, Cantine dell’Angelo

Saltellando tra Nord e Sud, dopo Alsazia e Sicilia, per Cheap Thrills è il momento di fermarsi in Campania.

Greco di TufoL’azienda Cantine dell’Angelo, situata, è facile intuirlo, a Tufo (provincia di Avellino), è condotta da Angelo Muto, la cui famiglia produce vino da diverse generazioni ma che solo recentemente ha deciso di vinificare in proprio, peraltro ottenendo subito soddisfazioni e riconoscimenti con il Greco di Tufo.

La particolarità dei cinque ettari di vigneto è di crescere a circa 400 metri di altezza (quindi subendo decise escursioni termiche) sul suolo di una vecchia miniera di zolfo, cosa che molto probabilmente incide in maniera evidente sul profilo sensoriale, nettamente minerale, delle circa 18.000 bottiglie di vino prodotte ogni anno; la raccolta delle uve è manuale, data la pendenza del terreno, e la vinificazione è effettuata in acciaio.

Denominazione: Greco di Tufo DOCG
Vino: Greco di Tufo
Azienda: Cantine dell’Angelo
Anno: 2010
Prezzo: 14,5 euro

Francesca

  Marco
L’assaggio di questo mese vede protagonista il Greco di Tufo Cantine dell’Angelo.

Nel bicchiere un bel giallo paglierino invita subito all’assaggio ed evoca il sole che abbraccia questi vigneti e la sua terra.
Al primo naso una nota minerale spicca per franchezza e intensità, va a completare il bouquet dei profumi non troppo ampio ma fine un piacevole sentore fruttato. La mineralità tipica del vitigno è sicuramente rafforzata dalla composizione del terreno che è particolarmente ricco di zolfo, e che fa sentire la sua presenza nel bicchiere declinando in profumi che vanno dalla pietra focaia all’idrocarburo.

All’assaggio mi rendo conto della buona struttura di questo Greco di Tufo. Equilibrio sensoriale ben tenuto tra sapidità e freschezza, ottima anche la pai (persistenza aromatica intensa) che non lascia la bocca prima di diversi secondi regalando un finale lungo.

La freschezza il buon equilibrio e la sapidità ne fanno un vino assolutamente tipico.

Nel bicchiere è bello da vedere, con un giallo paglierino quasi dorato, intenso, e di buona consistenza.
Al naso delude leggermente: è poco intenso e non particolarmente complesso: domina il minerale, anche lievemente affumicato, con fiore e frutto poco presenti; in fondo scorgo un leggero vegetale (erbaceo) non del tutto a registro.
Entra in bocca bene, pieno, caldo e decisamente sapido e all’assaggio emergono sensazioni pietrose e di pompelmo; purtroppo la parte centrale del sorso è un po’ vuota, come se le durezze non fossero supportate completamente dal corpo.
Si beve comunque con facilità, l’alcol è ben mascherato e il calore si amalgama convinto con sapidità e acidità, che restano decisamente preponderanti.
La chiusura è leggermente amarognola e il finale è abbastanza lungo: direi che nel complesso il sorso è intenso e piacevole.
Lo definirei tranquillamente pronto, anche perché un certo squilibrio verso le durezze (che, temo, col tempo potrebbero attenuarsi) è motivo della sua caratteristica piacevolezza.

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