Blanc de blanc Eloquence Extra Brut, Vergnon

E’ estate, è caldo, come fai a non voler provare un grand cru che non hai mai assaggiato, di sboccatura freschissima (forse troppo, vedremo poi).
Come spesso accade con i francesi, della maison in questione so davvero nulla, se non che opera in un comune di gran fama come quello di Mesnil sur Oger, ma chissene.

Il sito dice che questo Eloquence è prodotto utilizzando vini di riserva per circa un quarto e subisce affinamento in acciaio per almeno 3 anni, provenienti come scritto poco piùsopra da da comuni mitologici come  Mesnil sur Oger, Oger, Avize.

vergnonDenominazione: Champagne
Vino: Blanc de blanc Eloquence Extra Brut
Azienda: Vergnon
Anno: –
Prezzo: 40 euro

Poco da dire all’esame visivo: paglierino pallido e bolle correttamente sottili e fitte.

Al naso si scopre qualcosa di interessante: c’è molta intensità aromatica, quasi troppa per essere solo Chardonnay (tanto che immaginavo un piccolo saldo di pinot bianco ma così non è), con sensazioni floreali molto nette e decise che possono inebriare ma restano eccessivamente monocordi, senza ampiezza.

L’assaggio conferma le attese: la carbonica precisa, per nulla fastidiosa, veicola una acidità netta, verticale, ma il sorso è un po’ sporcato dall’eccesso di aromaticità che delinea un quadro troppo piacione per risultare davvero elegante; certo, lasciare la bottiglia aperta alcune ore porta più equilibrio, visto che al palato arrivano anche accenni di agrume e una certa mineralità. La chiusura è pulita e piuttosto lunga.

L’impressione è quella di un vino ancora in divenire, bisognoso di qualche mese ancora di bottiglia per assestarsi e poter dare il meglio di se.

Il bello: manca di austerità, prezzo non favorevole

Il meno bello: la freschezza

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Cuis 1er Cru Brut, Pierre Gimonnet et fils

Per le mie tasche proletarie, la fascia di prezzo tra i 30 e i 40 euro è un po’ lo spartiacque tra un vino caro ma tutto sommato accessibile e uno da lasciare sullo scaffale, ed è proprio in questa terra di mezzo che in Italia si possono reperire un buon numero di champagne che, spiace dirlo, fanno barba e capelli a tante bolle nostrane che vengono via per lo stesso esborso: il metodo classico di cui scrivo oggi è proprio uno di questi casi.

Il territorio in cui opera la famiglia Gimonnet è la Côte des Blancs, dove lo Chardonnay regna sovrano: 22 ettari suddivisi tra Grands Crus e Premiers Crus, quasi tutti con vigneti con più di 30 o 40 anni di età.

gimonnetIl vino che ho assaggiato è un sans année, elaborato con assemblaggio di varie annate, in modo da ottenere una vinificazione “rotonda e bilanciata” (come dice la scheda tecnica): missione compiuta certamente!
Oltre al ricorso ai vini di riserva (tutti conservati in bottiglia), le tecniche utilizzate sono quelle della raccolta manuale, della temperatura controllata in fermentazione, dello svolgimento della malolattica, dell’affinamento in bottiglia di 18-30 mesi e di un leggero dosaggio (circa 8g/l).


Denominazione
: Champagne
Vino: Cuis 1er Cru
Azienda: Pierre Gimonnet et fils
Anno: –
Prezzo: 38 euro

Alla vista è paglierino tenue, appena accennato, con bollicine, neanche a dirlo, sottili come punte di spillo, copiose ma non fittissime.
Passando al sodo: la prima impressione olfattiva è molto bella, ricca di lieviti e noce e frutta secca in genere, con una spruzzata di agrume sullo sfondo, ma è in bocca che questo champagne eccelle: La bolla è giustamente viva, senza eccessi puntuti, il sorso è estremamente appagante, ampio ma non molle, anzi semmai freschissimo ma per nulla astringente, e senza il minimo accenno amaro.
Il quid in più è quel tanto di grassezza che rende la bevuta meno ascetica e più goduriosa; nel finale resta la scia di panificazione e soprattutto la sensazione aggrumata, molto piacevole.

Una bollicina ottima, senza punti deboli, versatile nell’abbinamento adeguato a tutto pasto, e l’ennesima dimostrazione della straordinaria attitudine al metodo classico dei cugini francesi.

Il bello: ricco, godurioso ma per nulla pesante
Il meno bello: nulla da segnalare

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Champagne Sublime Brut Grand Cru 2002, Le Mesnil

Sarò breve: non ho praticamente alcuna notizia riguardo questo blanc de blancs e il relativo produttore: mi pare di aver capito si tratti di una sorta di cantina cooperativa di Le Mesnil (quindi operante in territorio Grand Cru), che sforna circa 100.000 bottiglie  l’anno.

Il vino in questione, sempre al netto di miei errori, non fa malolattica e sosta almeno 72 mesi sui lieviti.

Denominazione: Champagne
Vino: Sublime Grand Cru Blanc de Blancs
Azienda: Coop. Le Mesnil
Anno: 2002
Prezzo: 45 euro

Giallo paglierino pieno, brillante, con bolle fitte, numerose, e catenelle continue che si riveleranno poi delicate sul palato.
L’olfattivo è intenso, ricco, sfaccettato: dal floreale bianco e fresco, alla intensa panificazione, passando per anice e cera. Potente ed elegante.

L’assaggio è sapido e freschissimo, perfettamente equilibrato da un dosaggio discreto, ottimamente gestito. L’ingresso è pieno e vigoroso ma scattante, con finale caldo e lungo senza alcun accenno di amarezza.

Ovviamente maturo, ma capace ancora di lunghe attese; l’unico timore è la bolla: non vorrei che col tempo diventasse troppo esile.
Grande vino, universalmente adeguato ad ogni occasione, che sia aperitivo o tutto pasto poco importa.

Il bello: ricco, complesso ma gradevolissimo da bere
Il meno bello: praticamente irreperibile

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Brut Blanc de Blancs, Cavalleri

Abito in provincia e ho praticamente sottocasa un’enoteca ottimamente fornita, che scandaglio periodicamente alla scoperta di nuove bolle a prezzi umani (il mio concetto di “umano” è il non superamento della soglia dei 30-35 euro).

Potrei farla breve: sicuramente dopo l’assaggio di questa bottiglia proverò ad annoiare il titolare del suddetto esercizio affinché si doti del Blanc de Blancs di Cavalleri…

Cavalleri

Denominazione: Franciacorta DOCG
Vino: Brut Blanc de Blancs
Azienda: Cavalleri
Anno: –
Prezzo: 25 euro

I dati tecnici (riportati esaustivamente in maniera esemplare sul sito): ovviamente chardonnay 100%, assemblato principalmente da uve vendemmiate nel 2010 e in piccola parte nel 2009.

La fermentazione avviene quasi totalmente in acciaio, con un 10% in botte grande e un minimo saldo in barrique, poi 2 anni sui lieviti.
Tecnicamente siamo in zona dosaggio zero, anche se la dicitura è brut.

Paglierino estremamente intenso; olfattivo finissimo e ricco, dalla netta fragranza e con sfumature tostate, passando per agrumi e classici fiori bianchi. Molto elegante.
Ingresso in bocca deciso, vivace, bolla suadente; freschezza netta che riempie il palato e lo sollecita vigorosamente senza eccessive affilature.
Piacevolissimo, ricco, pieno, polposo; si beve facilmente senza stancare, riproponendo la medesima eleganza trovata al naso.
Prima di leggere i dati tecnici sul sito, avrei immaginato un uso un po’ più deciso del legno.

Nessuna stucchevolezza, nessun amaro finale, bella lunghezza che ripropone tutta la gamma aromatica.
Ottimo vino universale, per uso da aperitivo o a tutto pasto.

Il bello: grandi eleganza ed equilibrio. Ricchezza aromatica
Il meno bello: difficile reperibilità (perlomeno dalle mie parti)

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Champion Grand Cru Blanc de Blancs, 2004

champion

Ancora una volta bolle, ancora una volta Champagne, stavolta prodotto da un vigneron di stanza a Chouilly, nella Côte des Blanc: Roland Champion.
La famiglia Champion vinifica da tre generazioni e coltiva 18 ettari ricavandone circa 80-90.000 bottiglie suddivise in varie tipologie, tra le quali questo Grand Cru millesimato (un classico Blanc de Blancs, quindi 100% Chardonnay con disaggio di 6 grammi per litro e ben otto anni di affinamento sui lieviti) è una delle eccellenze.

championDenominazione: Champagne
Vino: Grand Cru Blanc de Blancs 2004
Azienda: Roland Champion
Anno: 2004
Prezzo: 31 euro

Bel colore giallo paglierino con ancora vibranti riflessi verdolini, certamente non si direbbe un vino con nove anni sulle spalle. Il perlage è finissimo, continuo e molto abbondante.
L’olfattivo è intenso, ricco, con evidenti richiami di panificazione, nocciolina, burro e poi fiori bianchi, anice e un accenno lievissimo ed elegante di mielato-ossidato.

In bocca la bolla si conferma fine ma ben viva e cremosa.
L’acidità è stellare e la sapidità quasi al medesimo livello; è intenso, coerente con quanto evidenziato all’olfattivo, entra potente e poi si conferma con una buona lunghezza.

Bella bevuta, l’unico difetto è una certa monotonia in bocca, manca la progressione che conduce alla complessità, lo scatto finale: chissà se su questo fronte possa migliorare attendendolo ancora? Infondo la struttura c’è…

Il bello: Grandi acidità e sapidità, buon olfattivo
Il meno bello: Manca l’evoluzione, si avverte una certa fissità/monotonia al gusto-olfattivo

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