Bianc ‘d Bianc Alta Langa 2008, Cocchi

Dopo più di un anno torna l’assaggio di questo prodotto di Cocchi: rimando dunque al post precedente per qualche considerazione più generale.

Devo dire che se il millesimo 2007 lo ricordavo di ottimo livello, questo 2008 (sboccatura 2014), pur ben fatto, mi ha appagato meno.

Denominazione: Alta Langa DOCG
Vino: Bianc ‘d Bianc
Azienda: Cocchi
Anno: 2008
Prezzo: 24 euro

Visivamente paglierino, al palato rivela una bella bolla, finissima, mentre l’olfatto riporta una accenno vegetale un po’ fuori registro, condito da lieviti e da un lontano ricordo di tabacco e caramello.

Il vino è molto delicato, si beve con facilità ed è dotato di grande equilibrio; purtroppo non è particolarmente lungo, e sento un dosaggio in leggero eccesso. Nel complesso è una bevuta facile, piacevole, disimpegnata: nulla di male, anzi, ma da una bottiglia di lungo affinamento ci si aspetta qualcosa in più a livello di complessità.

Il bello: buon equilibrio, bevuta facile
Il meno bello: dosaggio avvertibile, complessità limitata

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Pas Dosé 2009, Rizzi

Gli spumanti prodotti in Piemonte, siano o meno sotto denominazione Alta Langa, sono una tipologia su cui a  mio avviso si tende troppo spesso a sorvolare con una alzata di spalle: nel mio piccolo mondo di assaggi ho spesso incontrato bottiglie di buon livello vendute a prezzi corretti.
Non fa difetto neppure questo Pas Dosé, messo a punto da un importante produttore di Treiso, ovviamente noto per i suoi Barbaresco: Rizzi.

Denominazione: VSDQ
Vino: Pas Dosé
Azienda: Rizzi
Anno: 2009
Prezzo: 20 euro

Il vino è a base chardonnay con apporto di nebbiolo e pinot nero e viene prodotto ovviamente con il Metodo Classico, facendo uso di lieviti selezionati su cui riposa per ben 56 mesi.
Nella stessa giornata lo ho assaggiato dapprima nel pomeriggio, durante una degustazione di Barbaresco, versato da una magnum sboccata da circa tre mesi, ed era sicuramente un bel bere, poi la sera: convinto della validità del prodotto ne ho portato a casa una bottiglia di formato standard con sboccatura di circa un mese, forse troppo recente (a proposito, complimenti per la precisa indicazione in controetichetta, con data completa di giorno, mese e anno).

I miei appunti parlano di giallo verdolino con bolla copiosissima e piacevolmente esuberante che solletica senza essere fastidiosamente dura, di uno spettro olfattivo abbastanza classico (fiori e frutta tropicale, comunque molto fresco) e di un sorso piacevolmente teso ma equilibrato, senza le acidità stellari, strappagengive di certi non dosati, con un finale senza traccia di fastidiose scie amare.

Segnalo che il vino della magnum aveva una compiutezza maggiore, in particolare a livello olfattivo; ad ogni modo: ottima bevuta a prezzo tutto sommato corretto.

Il bello: bella spinta acida ma ottimo equilibrio del sorso

Il meno bello: in questo caso, bottiglia forse troppo giovane

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Bianc ‘d Bianc Alta Langa 2007, Cocchi

Le Langhe, territorio benedetto per il vino, non godono di gran reputazione per quel che riguarda le bollicine, siano esse da metodo classico o da charmat. 

Il concetto a dire il vero si può estendere a tutta la regione: gli unici vini spumanti piemontesi noti e diffusi sono l’Asti e il Brachetto; poi, a parte piccole eccezioni (penso ad esempio a Gavi e Caluso) c’è  ben poco di noto.

Eppure la zona offre persino una DOCG, l’Alta Langa, di cui si parla ben poco e di cui si trovano ancora meno vini in circolazione.
Non potevo quindi farmi sfuggire l’occasione di assaggiare uno dei prodotti di punta di una azienda astigiana, Cocchi, che sul metodo classico punta molto.
Il vino è un millesimato, ottenuto da Chardonnay al 100% (biotipo “precoce di Borgogna”, specifica il sito) coltivato a 320 metri di altitudine; poi vinificazione in acciaio, lungo riposo sui lieviti (circa 50 mesi!) e infine un leggero dosaggio.

AltaLanga_BiancDBiancDenominazione: Alta Langa DOCG
Vino: Bianc ‘d Bianc
Azienda: Cocchi
Anno: 2007
Prezzo: 21 euro

Il vino è giallo dorato, luminoso, con bolle piccole e fitte. Appena si avvicina il calice, si avverte netta la crosta di pane, poi un leggero floreale fresco e un tocco di agrumi: olfattivo poco intenso ma piacevole.

L’assaggio è molto migliore: deciso, prorompente, secco con sapiente uso del dosaggio (attorno agli 8 grammi litro), non cede a nessuna stucchevolezza e neppure ad alcun finale amaro; le bolle massaggiano il palato senza essere fastidiose e la freschezza è in ottimo spolvero.

Equilibrio millimetrico e bella persistenza sono le doti migliori di un vino che mi è piaciuto molto e ha fatto ottima figura su un risotto al limone con gamberi e scampi.
Sboccatura indicata in retroetichetta: 2013.

Il bello: ottimo equilibrio e bella persistenza
Il meno bello: olfattivo un po’ risicato

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