Solo Uva

Mia colpa certamente, ma non mi sono del tutto chiari gli intenti del progetto TerraUomoCielo: sul sito si dice testualmente che “segue dalla produzione fino alla vendita, aziende agricole produttrici di vino”.
Non capisco se si tratta di un protocollo commercial-agro-enologico che i partecipanti si impegnano a seguire, se c’è un aspetto consulenziale che entra in campo, o se più semplicemente si tratta di una sorta di mission, di unità di vedute, delle aziende protagoniste.
Di certo la denominazione racchiude una manciata di (piccoli) produttori, principalmente franciacortini: Camossi, Colline della Stella, Arcari&Dainesi, Ferdinando Principiano (per quanto riguarda la spumantistica) e Solo Uva.

solouvaDenominazione: Franciacorta DOCG
Vino: Brut
Azienda: Azienda Agricola Solo Uva
Anno: –
Prezzo: 22 euro

E’ proprio a firma di questo ultimo marchio (l’Azienda Agricola Solo Uva) il prodotto che ho assaggiato in questi giorni. Andrea Rudelli gestisce un ettaro e mezzo a Chardonnay ad Erbusco, dal quale ricava 10.000 bottiglie di una sola tipologia di metodo classico dalle caratteristiche tecniche piuttosto particolari: la fermentazione viene bloccata (grazie al freddo) nel momento in cui il mosto ha ancora gli zuccheri residui necessari ad ottenere la sovrapressione in atmosfere e i gradi alcolici richiesti.
A questo punto, per la rifermentazione in bottiglia, si aggiungono solo i lieviti (sui quali ci sarà un riposo di 30 mesi) e non è necessario nessun “liquore di tiraggio”; ovvia conseguenza, la scelta di non aggiungere dosaggio prima della messa in commercio.

Ne deriva un prodotto che ha l’ambizione di sfruttare la capacità tecnica di gestire il metodo classico in modo innovativo al fine di ottenere un vino spumante il più naturale possibile, da uve raccolte nella piena maturità fenolica e senza zucchero aggiunto in alcuna fase.

Questi gli intenti, ma quali sono i risultati nel bicchiere?
Il vino è dorato con qualche ricordo verdolino e con bolla perfetta per copiosità e finezza.
Se c’è una volta in cui si può sfoderare senza tema di smentita il classico “floreale e fruttato” è questo: al naso sono ricordi di fiore primaverile e di frutta piuttosto intensi, cui si aggiunge una traccia di caramella inglese. Il tutto risulta molto giovane e fresco senza tracce di lieviti e di legni.
La somma finale è un po’ eccessiva: piacevole ma poco complessa e un tantino “gridata”.

Il sorso è educato, nel corpo come nella bolla ma anche nella freschezza e sapidità, che in verità risultano lievemente latitanti: manca un po’ di mordente, il vino è piacevole ma poco verticale, sembra un po’ seduto pur senza denunciare dolcezze poco consone ad un metodo classico (che peraltro mi pare dichiari soli 2 grammi/litro di zuccheri residui). Nessun finale amaro e lunghezza discreta.
In etichetta sono indicate raccolta 2012 e sboccatura 2014.

Vino piacevolmente “diverso”, da riprovare più avanti: a mio modesto avviso il produttore ha margini per mettere meglio a punto il processo e ottenere risultati ancora più centrati;
al momento il bicchiere è in mezzo al guado, indeciso tra un prodotto semplice, ricco di aromi e indicato come aperitivo e qualcosa di più ambizioso, per il quale mancano sicuramente un po’ di grinta e magari anche una po’ di struttura e di complessità gusto-olfattiva.

Il bello: piacevole semplicità fruttata e floreale

Il meno bello: manca un po’ di grinta

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6 risposte a “Solo Uva”

  1. Marco,
    innanzitutto grazie per il post e poi complimenti perché hai colto benissimo dove sta la svolta: “il fruttato” da frutta matura.
    Vieni in cantina e ti faccio sentire cosa succede dopo tempo dalla sboccatura.. e poi parliamo anche di TerraUomoCielo 🙂

  2. Vorrei precisare che il metodo solo uva è prodotto da Vezzoli con la tecnica delle resine ascambio ionico per la gestione del potassio che inibisce l’aione dei lieviti.
    Per chiarezza perche da “tecnico” sfido chiunque a fermare la fermentazione di una vasca in fermentazione con il freddo..

  3. “vorrei precisare che il metodo solouva è prodotto da vezzoli con la tecnica delle resine a scambio ionico per la gestione del potassio che inibisce l’azione dei lieviti” è passibile di querela. Ti chiami Giuseppe Vezzoli? Lavori presso di lui? o sono voci che ti hanno riportato?
    Attenzione, a tu che ti definisci tecnico.
    a supporto della tua carenza tecnica… Il potassio non inibisce l’azione dei lieviti. e neanche il pH.
    Non c’è scritto da nessuna parte che uno spumante per essere buono deve essere un succo di limone a 2.80 di pH. Questi vini trovano armonia a un normalissimo pH di 3.20 e un’acidità di 5.5-6.5 (anziché 9.5 come insegna qualche esperto) che si può ottenere con delle condizioni di pressatura normali e, magari, lavorando un po’ in vigneto senza spingere la pianta ad essere pronta per la vendemmia il 28 di luglio, data ultima per qualcuno per avere quelle acidità di cui parli.
    per fermare le vasche con il freddo… …signor tecnico, basta un repentino shock con uno scambiatore. In Alsazia e renania, invece, i vini si fermano a zuccheri senza alcuna azione dell’uomo. Si informi, e magari giudichi il prodotto dopo averlo assaggiato. E per le realtà assolute, diffuse dai concorrenti che non sanno fare il metodo perché lavorano con dei tecnici competenti al suo pari, beh, pazienza, esiste sempre il metodo classico di indubbio carattere qualitativo. l’unico difetto è che si compra una vagonata di zucchero di canna anziché sfruttare la peculiarità della natura di farlo produrre alla pianta di vite. E’ una questione anche di bilancio carbonico e di rispetto per il proprio ambiente, non possono esistere obbiezioni in merito.

    1. Ciao Anastasia,
      grazie per l’intervento, ma ti prego: calma.
      Lavori per Vezzoli? Hai voglia di approfondire l’argomento con un taglio divulgativo per noi non tecnici?

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